Le Antiche Mappe
IODOCUS HONDIUS, 1600 – Nova Italiae Delineatio
Il più antico procedimento di stampa è la xilografia, sviluppatasi sin dagli inizi del Quattrocento soprattutto nei Paesi Bassi, in Germania e in Francia. Questa tecnica consisteva nell’usare come matrice una tavoletta di legno duro (pero, ciliegio, bosso, melo) ben stagionata e levigata sulla quale a matita e poi ad inchiostro veniva eseguito il disegno, successivamente inciso con una serie di attrezzi metallici che asportavano le parti destinate, in fase di stampa, ad essere le zone bianche. Servendosi quindi di un tampone o di un rullo veniva steso sulla matrice l’inchiostro che risultava uniforme dal momento che tutte le parti in rilievo giacevano sullo stesso piano. La stampa poteva essere fatta a mano, premendo sulla matrice inchiostrata un foglio di carta oppure usando una pressa piatta in modo che matrice e foglio, stretti tra due piani, aderissero bene l’uno all’altro.
Questo procedimento, lento, laborioso e piuttosto grossolano fu progressivamente soppiantato dalla tecnica dell’incisione su lastra metallica sia a bulino (tecnica diretta) che all’acquaforte (tencica indiretta). Si ritiene comunemente che il procedimento dell’incisione sia nato nell’ambiente degli orefici e si attribuisce a Maso Finiguerra,orefice fiorentino, l’invenzione della stampa in cavo. Ciò che distingue l’incisione a bulino da quella all’acquaforte o acido è il segno o solco scavato nella lastra, più morbido e fornito di bordi leggermente irregolari nel caso di procedimento all’acquaforte. Per questo motivo la tecnica esecutiva all’acido era utilizzata anche nel campo artistico per ottenere quei risultati pittorici ricercati dai peintre-graveur. Tale tecnica giunse al massimo grado di qualità espressiva nella seconda metà. del Settecento e solo con il diffondersi della litografia, nel secondo decennio dell’Ottocento, questo procedimento di stampa fu definitivamente abbandonato e questo non per la qualità della riproduzione, ma per la velocità di esecuzione. Manuale, con una copia alla volta nel primo caso, elettromeccanica nel secondo.
Certo potrà apparire anacronistico che oggi, nell’era dei computers e delle stampe digitali, qualcuno abbia pensato di riproporre antiche mappe con l’uso della stessa tecnica, degli stessi materiali, delle stesse attrezzature. Ma provate ad osservare uno stesso soggetto realizzato a stampa ofsset o digitale con uno eseguito con la tecnica dell’incisione. Le sensazioni che quest’ultimo riesce a suscitare non sono minimamente paragonabili a quelle che proviamo nell’osservare una comune riproduzione.
Questa NOVA ITALIAE DELINEATIO è stata realizzata con tale tecnica e successivamente montata su tela “a stacchi”. (Questa operazione, molto comune nei secoli scorsi, veniva effettuata per raggiungere due obbiettivi. Il primo era quello di avere una mappa che durasse più a lungo nel tempo, ed il secondo era quello di avere la possibilità di ripiegare la carta stessa al fine di agevolarne il trasporto.) Solo l’invecchiamento, ovviamente, è un’aggiunta a quanto facevano gli antichi cartografi. Opera di Todocus Hondius (1563-1611), questa Italia è stata definita bellissima dal punto di vista artistico ed interessante per la sua relativa esattezza. E’ dedicata dall’autore alla Repubblica Veneta ed è munita di due scale: Miliaria Italica communia e Miliaria Germanica communia. Le raffigurazioni riportate ai margini della carta contribuiscono a trasformarla in un vero e proprio soggetto ornamentale. Prodotta in un numero limitato di esemplari, questa rappresentazione cartografica è stata realizzata per durare nel tempo, senza perdere la sua principale caratteristica: la bellezza.
Incisione su carta cotone acquerellata a mano e montata su tela grezza “a stacchi”
Formato cm. 82×67 – ITA 04
Formato cm.55×46 – ITA 05