Cesena
Uno degli operatori più vivi e dotati sull’attuale orizzonte figurativo. Dopo un avvio che risente un po’ di Viani, Sughi si è orientato, con Muccini (a Roma, dove è vissuto dal ’48 al ’51. è entrato in familiarità anche con Vespignani), verso un intendimento moderno della lezione di Caravaggio. Poi, via via, rielaborando con una carica individuale la vena accusatoria di Daumier (v. Ricevimento, Classe dirigente della IX Quadriennale o l’impressionante ciclo de La cena presentato alla “Gradiva” di Roma), ha accentuato la tematica sociale; il vizio, l’ingiustizia, la solitudine, ma anche la paura e semplice cronaca borghese sono alla base della sua esperienza, che però vuole essere anzitutto pittura.